Il medico in famiglia: la violenza sulla donna |
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Carlino. Come medico di famiglia mi trovo spesso di fronte a donne che subiscono varie forme di violenza fisica e psicologica. In genere sono violenze effettuate dal partner: maltrattamenti psicologici e condizionamenti emotivi giudicatori sulla capacità della donna di occuparsi della casa, denigrazioni sull’aspetto esteriore, violenze sotto forma di controllo e di non auto sufficienza della gestione economica.
La componente più importante operata dal partner riguarda la sfera sessuale. Qui la violenza, se non assume i connotati chiari di violenza fisica determina la colpevolizzazione della donna, per i vari motivi addotti dal partner, come il non essere sufficientemente disponibile al rapporto sessuale o desiderabile, che giustificherebbero lo stesso ad appagarsi altrove. E’ anche riferita la consumazione di rapporti frettolosi (vuoi per la presenza nella stanza accanto di figli) con lo scopo di soddisfare solo l’uomo, senza tenere conto dei desideri femminili. La situazione narrata dalla donna è di trovarsi a subire, pressoché costantemente, rapporti sessuali per “quieto vivere”. Ne consegue perdita di autostima,disturbi del sonno,ansia, difficoltà di concentrazione, o di gestione dei figli, tutte forme che possono degenerare in gravi forme di depressione. Il problema più importante da affrontare è che la donna giudica tali situazioni quasi normali o semplicemente avvenimenti che fanno parte della vita. Non è sicuramente così. Perché, mentre è diritto di tutti avere a una vita sociale, familiare e sessuale appagante, nessuno ha il diritto di fare violenza su altri. Rosanna Filiputti, medico ginecologo |
Ultimo aggiornamento ( domenica 25 novembre 2007 )
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