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25 NOVEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE
CONTRO  LA VIOLENZA  SULLE DONNE

Alessandra Battellino : “La responsabilità è politica:  servono buone leggi per fermare la violenza”


Regione. Parlare della  violenza sulle donne, quella estrema, rischia di farci dimenticare le tante facce di quell’universo che ha a che fare con lo stupro, con il consumo del corpo femminile, con una sessualità ridotta a sfogo separato dalle relazioni. Soffermarsi a ragionare sulle violenze sessuali contro le donne serve a comprendere  molte cose sulla nostra società e le relazioni che viviamo. E’ una sessualità quella maschile che deve essere comunque soddisfatta, anche a costo di ricorrere al denaro o alla violenza? Discuterne assieme,  uomini e donne,  può essere forse l’unico  modo per sconfiggere veramente la violenza.

Poi, bisogna chiamare in causa anche la politica, affinché ascolti e intervenga per trasformare le relazioni tra le persone, diventi  capace  di interpretare i conflitti e le domande di libertà che intrecciano le vite di ognuno e di ognuna. E’ sicuramente sbagliato  pensare che la violenza contro le donne possa essere ridotta  alla sola devianza di maniaci o di emarginati. Certo ci sono anche loro, ma non è il caso di creare allarmismi, perché non c'è alcun  nemico oscuro nascosto nelle nostre strade da espellere.
Il male, quello che colpisce maggiormente,  è più vicino a noi: sta nelle relazioni sbagliate,  spesso all’interno della famiglia, nel posto di lavoro e soprattutto nell'immaginario sessuale che ci siamo costruiti.  Certo non possiamo negare che siano gli uomini  che stuprano, picchiano, umiliano, fino ad uccidere, né che sia la donna, di solito, ad essere vittima, ma occorre riflettere  sul perché  tutto questo accada e sul come si possa reinventare il rapporto uomo - donna, così da offrire nuove e migliori opportunità di vita per entrambi.  
Chi ha la responsabilità politica ha certamente i mezzi  per  favorire pratiche capaci di cambiare comportamenti, modi di pensare se stessi e il mondo, fino a ritrovare una nuova identità di uomini e di donne.   Sono impegnata quotidianamente a far  politica e  so che le leggi possono fare molto. Si può intervenire nella formazione scolastica, rendendo obbligatoria insieme all’educazione sessuale (finalizzata  sopratutto al rispetto di genere) anche la storia delle donne. Attraverso lo studio di una storia rinnovata, alla quale hanno partecipato sicuramente anche le donne, verrebbe rivalutato un  ruolo oggi disconosciuto, e gli uomini potrebbero prendere coscienza dello stato di privilegio in cui hanno vissuto e vivono tuttora.   La legge può  intervenire anche a dettare regole per  limitare l’uso smodato del corpo femminile nella pubblicità, può dettare norme e impedire che  canoni di moda sbagliati portino a morire le nostre figlie di anoressia. Può sostenere i media perchè producano azioni di contrasto agli stereotipi  e  ai luoghi comuni che sono violenza subdola, e non meno pericolosa,   che  induce le stesse donne a restare inattive se non a fare violenza a sé stesse.  
Alle donne vorrei dire : Rifiutiamo ogni momento la violenza, e movimentiamoci ogni volta che questa  colpisce una nostra sorella. Ricordiamoci sempre che non ci sono bambine che nascono puttane, ma persone, più o meno sfortunate, capaci anche di sbagliare  purché sia per libera scelta. Riflettiamo perché ogni donna colpita, nell’immagine, nell’anima e nel corpo, non è altro ma  una di noi.
Agli uomini vorrei dire : ragionate su cosa significa dominio, sul perché esso sia da sempre concentrato nelle mani degli uomini, i più forti (fisicamente, economicamente, politicamente). Immaginate solo per un attimo di essere nati  femmine, costrette a subire la forza dell’uomo.  
Ai politici  queste osservazioni le propongo quotidianamente, sperando che sul tema della disparità tra uomo e donna si sensibilizzino. La finalità é di arrivare a produrre  leggi che promuovano azioni non solo per tutelare, ma anche per  promuovere la donna, che ha il diritto ad essere considerata nel suo insieme e a realizzarsi pienamente nel  suo essere femminile, complementare all’uomo,  ma diverso.
Sul tema  della questione femminile questa classe politica, che è bene ricordare è al 90 % maschile, sorride  e si fa sorda,  forse anche perché  ascoltare il proprio lato femminile, significherebbe rinunciare volontariamente ai propri privilegi. E allora?
Non ci resta che assumerci da sole le nostre responsabilità ed unite rivendicare tutti  i nostri diritti, ad essere rispettate, rappresentate e mai violate. Accanto a noi ci sono anche tanti uomini, capaci di capire e di sostenere con noi la battaglia delle vere pari opportunità, che è la sola in grado di cambiare il Paese e creare vero sviluppo.
Alessandra Battellino, consigliere regionale

Ultimo aggiornamento ( venerdì 07 dicembre 2007 )
 
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