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Scelgo Donna VALORI, DIALOGO, FATTI PDF Stampa E-mail

 VALORI, DIALOGO, FATTI

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Scelgo Donna

E’ un movimento che opera sul territorio dal 2006 e intende nelle elezioni del 2008 partecipare alla costruzione del programma regionale.
L’obiettivo è promuovere le pari opportunità tra i vari soggetti di cui la società si compone ed in particolare tra uomo e donna, ponendo tutti nelle condizioni di poter partecipare attivamente al progresso sociale ed economico del paese.
Il Movimento Scelgo Donna ritiene indispensabile al fine dell’accettazione di un programma regionale porre la questione femminile tra i punti fondamentali da affrontare.

Leggi i 13 punti fondamentali proposti da Scelgo Donna


PUNTI PROGRAMMATICI 

1. Riconoscere la centralità della risorsa umana e le differenze  per creare valore:  Sviluppare un’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica, considerando l’importanza della centralità della risorsa umana nel processo di sviluppo socio-economico. Per questo sarà necessario

  • Riconoscere la dimensione propria dell’elemento femminile della società e sostenere il concetto di uguaglianza come riconoscimento delle differenze per creare valore.
  • Sostenere programmi che promuovano la comunicazione tra e per le donne per informare e combattere  pregiudizi e stereotipi.
2. Promuovere un’innovazione organizzativa e la cultura della “responsabilità sociale dell’impresa”C’è bisogno di una Regione che non si impone con  la “forza” e la determinazione ma che attrae, ascolta le persone, condivide.
  • E’ necessario sostenere le aziende virtuose che partecipano allo sviluppo dell’occupazione qualificata e solidale.
3.  Promuovere i servizi che facilitano la compatibilità tra famiglia e lavoro per raggiungere l’obiettivo di Lisbona di portare l’ occupazione femminile al 60%. Risultano essenziali servizi a supporto della famiglia e della donna (non solo asili, ma anche mezzi di trasporto efficienti, servizi di assistenza per gli anziani):
  • E’ necessario sostenere quelli che propongono orari e disponibilità adeguati alle esigenze particolari.
  • Bisogna coinvolgere sia il sistema produttivo che le istituzioni locali e anche chiamare in causa il mondo associativo per non far gravare i costi solo sulle imprese.
  • E’ necessario un accordo tra il governo regionale e le istituzioni, affinché la politica abbia un ruolo importante nella definizione degli obiettivi prioritari per il mercato del lavoro e, in particolare, per l’occupazione femminile.
4.  Promuovere la cultura delle pari opportunità e qualità nell’occupazioneBisogna inquadrare il problema dell’occupazione femminile come comprensione che uomo e donna sono diversi e quindi occorrono risposte adeguate a persone che hanno esigenze differenziate.
  • Le politiche aziendali e quelle del welfare devono favorire l’allargamento dell’area di sovrapposizione tra progetti individuali e progetti aziendali.
  • Sostenere l’occupazione di qualità attraverso la costruzione di  un Albo regionale di lavoratori ad alta professionalità che evidenzi le risorse umane (femminili) disponibili sul territorio e le chiami a partecipare a progetti (regionali/ nazionali /europei ed extraeuropei) pubblici e privati finalizzati a innovare le imprese, il mondo del lavoro e a creare impresa.
5.  Formazione e sostegno indirizzati all’inserimento nel mondo del lavoro
  • Annullare i sostegni ai corsi di formazione promossi indipendentemente dalle esigenze occupazionali e sostenere quelli collegati che abbiano una specifica finalità formativa e aprano a concrete opportunità di lavoro.
  • Prevedere la realizzazione di progetti formativi per interventi mirati su particolari categorie : over 45, donne a rischio disoccupazione, imprenditrici, lavoratrici con pesante carico familiare, atipiche.
  • Effettuare azioni di sostegno per la stabilizzazione del lavoro delle lavoratrici atipiche e sostenere progetti che favoriscano la conciliazione tra lavoro e cura della famiglia.
  • Far crescere qualitativamente e quantitativamente l’occupazione, sperimentando anche sistemi efficaci per far incontrare offerta e domanda di lavoro, attraverso un ruolo più incisivo dei Centri per l’impiego e rendendo più efficiente lo sportello del lavoro.·         nell’area dello svantaggio (disabilità, disagio mentale, fenomeni di nuova povertà, immigrazione) sarà fondamentale offrire un supporto affinché la formazione sia fruita in maniera autonoma dal soggetto, indipendentemente rispetto alla famiglia, attraverso l’attivazione di servizi e strumenti di ausilio quali il trasporto, la possibilità di tirocinio, di accompagnamento ed inserimento al lavoro con il supporto professionale necessario. 

6.  Favorire la democrazia e il controllo attraverso la trasparenza e la chiarezza  nella comunicazione La trasparenza e la chiarezza sono i fondamenti essenziali della democrazia, in quanto favoriscono il controllo da parte dei cittadini di tutti gli atti pubblici e la loro legittimità, compresi quelli delle società a partecipazione pubblica.

  • Il linguaggio da adottare dovrà essere semplice, chiaro e non ambiguo.
  • Sito Web: semplificazione nella lettura e chiarezza nei percorsi di comunicazione e di approfondimento. Tre i percorsi suggeriti: il lavoro Istituzionale, i servizi e le offerte ai cittadini, le pari opportunità (estese al settore dell’handicap e del disagio).
7.  Premiare la meritocrazia e innovare la politica con trasparenza e pari opportunità negli incarichi la pubblicizzazione dei requisiti e dei criteri di scelta nelle nomine sono essenziali per favorire il merito e l’emergere di talenti femminili.
  • Nelle nomine delle commissioni ampliare la rosa dei candidati e degli esperti proposti da Ordini professionali, Enti Camerali, Categorie Sindacali, Enti Locali ecc. per favorire la scelta migliore;
  • A parità di merito, nella composizione degli organismi va applicato il criterio dell’equilibrio tra i generi.
8.  Promuovere una politica etica abbattendo i privilegi La riduzione dei privilegi è necessaria perché promuove una politica di servizio alla società e produce un clima favorevole al ricambio nella classe politica, utile a far emergere la politica che trova nei valori etici il proprio fondamento.Si ritiene necessario che la classe politica fissi alcuni principi:
  • il divieto di cumulo delle indennità di carica e commisurazione  delle stesse alla effettiva partecipazione ai lavori.
  • Livellamento dei rimborsi  e corrispondenza ai costi effettivamente sostenuti. 
  • Limite per tutte le spese di rappresentanza;
8-1  Il Consiglio regionale dovrebbe  poi proporre per sé stesso delle auto limitazioni quali:
  • Introdurre l’obbligo del tempo pieno per chi assume la carica di consigliere regionale;
  • Riduzione del vitalizio dei consiglieri regionali rapportato al calcolo dei contributi effettivamente versati.
Ritenendo che la politica sia unicamente attività etica, strettamente legata al soggetto politico che la svolge proponiamo:
  • L’eliminazione della reversibilità del vitalizio del consigliere regionale;
9.  Evitare  dispersione di energie e di costi per raggiungere l’ottimizzazione delle proposte culturali.
  • Far crescere le iniziative culturali presenti nel territorio e coinvolgerle in una rete di reciproco scambio sostenendo le Associazioni e i Comuni che lavorano in sinergia, per ridurre i costi delle singole iniziative e ottenere una maggiore risultati più efficaci.
  • Sito web: pagine per favorire gli scambi e le offerte tra associazioni culturali e sostegno mirato ai progetti di Enti e Associazioni disposte a far rete per creare eventi di ampio interesse e tesi a promuovere una cultura di qualità.
  • Valorizzare le Associazioni che promuovono la cultura del rispetto tra i generi.
10. Sostenere un cultura che promuova il rispetto di genere.La violenza sulle donne è un fatto subculturale,  un fenomeno globale che riguarda tutti i popoli e tutte le classi sociali. Per contrastare ogni forma di violenza sarà impegno della Regione promuovere una cultura del rispetto della differenza tra uomo e donna e di valorizzazione delle diversità. Per questo si dovrà:
  • Aggiornare la L.R. 17/2000 privilegiando i sostegni ai centri antiviolenza delle donne che offrono servizio di accoglienza ventiquattro ore su ventiquattro;
  • Promuovere campagne mediatiche di sensibilizzazione al rispetto della persona;
  • Premiare i progetti scolastici innovativi che promuovano una cultura di rispetto tra le persone, la valorizzazione delle diversità e dei diversi saperi.
10-a. Sostenere la lotta alla Pedofilia: 
  • attraverso corsi specifici per il personale docente al fine di dotare gli insegnanti di strumenti  atti all’individuazione precoce dei casi e permettere un pronto intervento per il recupero dell’integrità psicofisica del minore.
  • con progetti pilota che coinvolgano i docenti e le famiglie e sensibilizzino  l’opinione pubblica sul tema, con la finalità di  promuovere un clima sociale favorevole alla sicurezza psicofisica dei minori.
10-b. Prevenire al Bullismo: 
  • con uno studio sociologico per monitorare la consistenza del fenomeno;
  • con campagne di sensibilizzazione tese ad arginare un fenomeno che risulta in continuo crescendo. L’intervento della Regione potrà essere rivolto a sostenere anche le Associazioni, gli Enti e le Scuole che si attivano a promuovere iniziative specifiche dei cui risultati sarà data informazione al fine di un miglioramento generale della società e dei rapporti sociali tra i minori.
10-c. Prevenire il Mobbing:  
  • modificando  la legge 7/2005 (antimobbing) armonizzando gli interventi progettati e mettendo in rete i PdA per fornire all’utente un supporto veramente utile sia nel caso di semplice disagio psicofisico, sia nel caso di mobbing conclamato. Dal monitoraggio sistematico del fenomeno si potrà prevedere l’ avvio di un Servizio Regionale
  • attraverso la promozione di campagne mediatiche finalizzate alla collaborazione reciproca per il benessere lavorativo ed aziendale .

11. Promuovere l’integrazione osservando il fenomeno migratorio in un ottica di genere Favorire l’integrazione degli immigrati aiutando le donne a superare il doppio svantaggio di essere “donna-immigrata attraverso:·         progetti che coinvolgano le donne immigrate nelle associazioni culturali femminili, nei progetti culturali e di pari opportunità. 

12. Contributo delle donne nella gestione della risorsa ambiente  Le donne hanno un ruolo fondamentale da svolgere nell’adozione dei modelli di consumo, di produzione e di gestione delle risorse naturali durevoli ed  ecologicamente compatibili . Va rafforzato il contributo delle donne alla gestione del territorio e dell’ambiente e risulta indispensabile far partecipare le donne ai processi decisionali in materia di ambiente e territorio.  Allo scopo risulta fondamentale

  • promuovere la partecipazione delle donne nell’identificare opere e servizi pubblici che comportano impatto sul territorio e l’ambiente;
  • promuovere ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per lo sfruttamento delle risorse energetiche, per la costruzione delle abitazioni e degli edifici pubblici con criteri che tengano conto delle esigenze del corpo umano, del territorio e del reperimento delle materie prime;
  • avviare un piano di studio per il reperimento di fonti alternative per la produzione di energia che consenta di diminuire l’incidenza dei costi sulle famiglie;
  • articolare un piano di informazione su materiali e tecniche di costruzione di edifici che non disperdano energia e calore;
  • premiare ed incentivare le aziende che producono a basso impatto ambientale;
  • realizzare uno Sportello Ambiente Virtuale :

a)                per la diffusione dei dati ambientali  al quale  i cittadini, gli Enti ed i Tecnici possano attingere informazioni ambientali aggiornate ;
b)                per la diffusione delle opportunità: rivolto a cittadini, Imprese  ed Enti per promuovere e divulgare l’utilizzo delle fonti energetiche alternative e l’accesso ai contributi previsti dalle varie leggi nazionali e regionali in vigore.

13. Interventi legislativi ritenuti necessari per rendere realizzabili le Pari Opportunità

13-1 La legislazione italiana (L.125 /1991 e il D. L. 198/96) riconosce alle donne la pari opportunità nel mondo del lavoro e il diritto a denunciare le situazioni di discriminazione o di molestia e istituisce le figure delle Consigliere di parità. Premesso che:
  • la Regione con la legge regionale 18/2005 ha eliminato la figura delle Viceconsigliere di Parità  (prevista dalla legge nazionale) impedendo così uno scambio finalizzato alla formazione e alla crescita di figure sostitutive;
  • le delicate competenze sono state accentrate in un unico soggetto, che la legge regionale individua con criteri rigidissimi (ad personam) impedendo di fatto che la carica possa essere assunta da altri;
  • la Consigliera di Parità viene individuata come membro di diritto in quasi tutte le Commissioni regionali previste dalle leggi in vigore;
  • si tratta di una carica che è stata attribuita per un periodo che supera di molto la durata della legislatura e che risulta eccessivamente remunerata.
Si ritiene inderogabile intervenire a modificare la legge 18/2005 introducendo:
  • Le figure delle viceconsigliere, ai vari livelli;
  • Modifiche nei tempi di durata della carica;
  • Riduzioni dell’indennità.
13-2 Commissione Pari Opportunità:Premesso che :
  • nella presente legislatura (L.R.23/90 mod. con L.R.17/04) si è riconosciuta la necessità di costituire la Commissione Regionale Pari Opportunità (CRPO) che è per i 4/5 espressione del Presidente di Regione e per 1/5 espressione del Consiglio regionale;
  • attualmente la CRPO è dotata di un proprio budget ed interviene direttamente a finanziare progetti e nella valutazione delle Azioni Positive e dei progetti presentati dagli Enti Locali;
  • la Presidente CRPO ha possibilità di voto per quanto riguarda le nomine dipendenti dal Consiglio regionale;
  • le Consigliere Regionali, pur facenti parte di diritto della CRPO, non sono coinvolte più di tanto essendo prive del diritto di voto.
Si ritiene opportuno:
  • invertire i parametri in modo che la CRPO sia per 1/5 espressione del Presidente di Regione e i restanti 4/5 espressione del Consiglio Regionale;
  • aumentare il budget a disposizione della CRPO, accorpando al suo interno lo stanziamento previsto per il Servizio Pari Opportunità, attualmente autonomo e affidato all’Assessora Pari Opportunità. In subordine : qualora l’Assessora P.O. divenisse figura autonoma e dotata di un proprio portafoglio si dovrebbe procedere a mantenere il Servizio Pari Opportunità e la CRPO dovrebbe diventare  supporto dell’Assessorato.
  • Le Consigliere Regionali, devono acquisire pari dignità e poter entrare nella CRPO con diritto di voto, così come peraltro avviene per la Consigliera di Parità.
  • La CRPO deve poter intervenire nella valutazione dei progetti per la loro reale efficacia indipendentemente che gli stessi siano presentati da Enti locali, Associazioni o quant’altro.

13-3 Consulta delle elette per promuovere la pari rappresentanza nelle Assemblee elettive.Premesso che

·         il tema delle P.O. nella rappresentanza deve essere sentito e non può essere imposto a nessuno, neppure alle donne che se ne devono fare carico solo se lo condividono, a pena di diventare un freno per le altre;
·         sono stati depositati presso il Consiglio regionale due progetti di legge finalizzati a costituire la “CONSULTA ELETTE”, cui spetta il compito di costruire azioni favorevoli alla introduzione delle donne nelle assemblee elettive;
·         Il PdL a firma delle consigliere di Intesa Democratica è la fotocopia di una legge in vigore nella regione Piemonte fin dal 1996, allora innovativa ma oggi da ritenersi ampiamente superata;
·         Il PdL a firma Battellino, interviene nel proporre una CONSULTA ELETTE costituita su base volontaria e non di nomina,  propositiva e trainante.Si propone l’approvazione del progetto di legge depositato in questa legislatura col n. 301/08

Ultimo aggiornamento ( venerdì 29 febbraio 2008 )
 
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